BIOGRAFIA DI GIOVANNA BENZI

Nei miei quadri voglio rappresentare la grandiosità della natura dominata dal cielo, senza la presenza dell’uomo; l’alternanza di ombre e luci vuole creare un effetto ora drammatico ora gioioso, come quello che io stessa provo guardandolo dal vero. Nel cielo, decorato dalle nuvole, leggo le emozioni della vita; nei colori, nelle loro forme e densità vedo la gioia, la speranza, lo spavento, la cupezza e la paura, con la consapevolezza che ci sarà sempre un’alternanza tra loro. Da bambina mi aggrappavo alla visione delle nubi che, nel loro correre libere nel cielo, mi permettevano di viaggiare con la fantasia, chiedendomi “ma dove andranno?”. Contemplare il cielo è stata una delle gioie della mia vita.

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Anche la scelta del mio poeta preferito, Giacomo Leopardi (lo portai alla maturità con Montale) rende l’idea che, fin dall’adolescenza, l’attenzione per il cielo, la natura e la malinconia fossero già tratti distintivi del mio carattere. La mia passione per l’arte nasce ancora prima di saper leggere, amavo moltissimo guardare e riguardare le immagini dei molti libri d’arte che trovavo in casa mia. Mi piaceva molto disegnare ed ero brava; ricordo che, in quinta  elementare, la scuola scelse un mio disegno (era il ritratto della mia compagna di banco) per un concorso nazionale a Roma…ma non se ne seppe più niente! All’Accademia (Brera, Milano) si diceva che gli studenti che non ritrovavano i propri elaborati dell’esame finale (nel mio caso un grande quadro ad olio con il cielo composto da tanti piccoli quadri), avrebbero avuto successo perché i “bidelli”, che se ne intendevano, li avevano scelti (cioè se li erano regalati!). Aspetto ancora che la profezia si avveri!


Nella mia ormai lunga vita, dopo una breve esperienza come insegnante di Educazione Artistica alle medie, ho lavorato a Milano con importanti Architetti/Designers e collaborato con varie Case Editrici nel campo del disegno anatomico, scientifico e grafico.


Da circa venti anni ho ripreso a dipingere e il tema principale è rimasto “il cielo”, non mi stancherò mai di coglierne l’ispirazione. Ho fatto varie mostre in Italia e all’estero e sono felice quando mi dicono: “da quando ho visto i tuoi quadri guardo il cielo con altri occhi”. Faccio mie queste parole di Immanuel Kant: “Due cose riempiono l’animo di ammirazione e venerazione sempre nuova e crescente, quanto più spesso e più a lungo la riflessione si occupa di esse: il cielo stellato sopra di me, e la legge morale in me”.


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